Biografia di Maria Montessori
Nasce a Chiaravalle in provincia di Ancona nel 1870.
Nel 1896, nonostante fosse osteggiata da molti che consideravano la medicina una professione del tutto maschile, è la prima donna italiana a diventare medico, specializzandosi in neuropsichiatria. Partecipa attivamente al movimento di emancipazione femminile mostrandosi molto sensibile ai problemi sociali.
Nello stesso anno della laurea interviene a Berlino in un congresso internazionale trattando il tema delle riforme sociali, della questione femminile e dell’educazione. L’intervento ottenne un grande successo e la Montessori comincia ad avere significativa visibilità sui giornali.
Lavora a lungo presso la clinica psichiatrica dell’Università di Roma. Dedicandosi ad adulti e bambini con difficoltà o con turbe del comportamento, in stato comunque di grave abbandono affettivo, ben presto si convince che un ambiente adeguatamente preparato, contenente strumenti e materiali particolari, otteneva su questi soggetti effetti estremamente positivi. Aveva cominciato a pensare e realizzare il “Materiale Montessori”.
Un intervento di ristrutturazione edilizia presso il quartiere operaio di San Lorenzo a Roma, con la necessità di creare un luogo dove custodire i bambini, figli degli operai, offre alla Montessori l’occasione di aprire la prima Casa dei Bambini: era il 06 gennaio 1907. Quel luogo si dimostra ben presto molto di più che “un luogo di custodia”: con il Materiale Montessori che avevano a disposizione, i bambini imparavano rapidamente, si appassionavano al lavoro, sembravano instancabili nelle loro attività, apparivano sereni e soddisfatti.
Pochi mesi dopo viene aperta una seconda scuola sempre nel quartiere di San Lorenzo, l’anno seguente si apre una scuola nel quartiere operaio dell’Umanitaria a Milano, in Via Solari, e si apre una terza scuola a Roma.
Le idee di Maria Montessori facevano tabula rasa delle teorie educative precedenti, ponendo l’attenzione sul bambino e sulla sua spontanea capacità di apprendere, purchè a contatto di un ambiente appositamente pensato e scientificamente studiato, ricco di materiali pensati in relazione al suo sviluppo neurologico, psichico ed emotivo. Il bambino doveva essere libero: di agire, di muoversi, di pensare, di costruire se stesso. Era una autentica rivoluzione ancora più sconvolgente perché in questa libertà niente appariva più lontano dal caos: nelle scuole Montessori regnava pace, tranquiliità, ordine.
Nel 1909 la Montessori pubblica il Metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle Case dei bambini, e nello stesso anno viene organizzato il Primo Corso di Formazione Montessori.
Il pensiero di Maria Montessori, i suoi scritti e i suoi corsi di formazione hanno grande eco anche all’estero e molti stranieri giungono in Italia per osservare le case dei Bambini, per poi tornare in patria e divulgare l’esperienza delle Scuole Montessori.
Nel 1913 viene organizzato il primo Corso Montessori Internazionale, mentre all’estero nascono centri di studio, approfondimento e divulgazione del metodo.
Il clamore e l’entusiasmo intorno al pensiero pedagogico montessoriano aumentano e Maria Montessori trascorre gli anni successivi viaggiando moltissimo – Stati Uniti, America Latina, Spagna, Olanda, Germania, Francia, Gran Bretagna, Svizzera,…- organizzando corsi, seminari, conferenze che ottengono sempre notevole risonanza.
Nel 1924 nasce l’Opera Nazionale Montessori e nel 1929 l’Associazione Internazionale Montessori (AMI) con sede prima a Berlino e, dopo il 1935, ad Amsterdam. Scopo delle associazioni è quello di organizzare scuole e corsi Montessori.
Dopo il 1930 l’attività montessoriana in Europa subisce una battuta d’arresto: l’ideologia fascista e nazista sono del tutto inconciliabili con il pensiero montessoriano e nel 1934 Mussolini e Hitler chiudono tutte le scuole Montessori in Italia, Austria e Germania. Nel 1936 la Montessori è costretta a lasciare l’Italia.
Si trasferisce a Barcellona, ma anche da qui deve andarsene. Trova rifugio prima a Londra e poi in India, dove era molto nota grazie anche alla propaganda fatta da Gandhi e da Tagore che ebbero modo di incontrare più volte la Montessori apprezzandone il suo pensiero. Qui resta fino al 1946.
Sono anni di sperimentazione pedagogica diretta: in mezzo alla rigogliosa natura tropicale di un piccolo paese nel sud dell’India, Kodaikanal, a contatto con bambini di età diversa, di provenienza culturale diversa, di lingua e ceto sociale diversi, la Montessori ha ulteriore conferma che le naturali tendenze umane sono universali e che i bambini si appassionano in egual modo al sapere, restano affascinati dalla meraviglia del mondo e lo esplorano con instancabile e fervido entusiasmo.
Nel 1947 torna in Italia e partecipa alla riorganizzazione dell’Opera Nazionale Montessori e alla fondazione di nuove scuole. Pur senza smettere di studiare e viaggiare, vuole trascorrere gli ultimi anni della sua vita in Olanda, a Noordwick aan Zee.
Il costante impegno sociale e politico, finalizzato alla costruzione di una società migliore, che Maria Montessori mostrò nel corso di tutta la sua esistenza le valsero la candidatura al Premio Nobel per la pace sia nel 1949 che nel 1950.
Muore in Olanda , preparando un viaggio in Ghana che non riuscì a fare, a 82 anni, nel 1952.